Brevi note sulla vita del Venerabile Antonino Celona seconda parte

Nascono le Ancelle Riparatrici

          L’Arcivescovo lo ascolta molto volentieri, gli chiede anzi di  presentargli per iscritto il progetto . E’ così che il Padre si ritira a Ganzirri nella sua casa natale e nella sua stanzetta scrive quello che noi chiamiamo “Progetto dell’opera di fondazione”. L’8 settembre, appena 20 giorni dopo la richiesta scritta, Mons. D’Arrigo approva con entusiasmo la fondazione dell’Istituto.

La gratitudine è il profumo della vita

Il Padre scrive, ricordando l’evento, avvenuto proprio nel giorno della festa della nascita di Maria Bambina : O natività gloriosa che hai dato l’origine a tutte le opere di Dio,aggiungi ancor questa: dona il natale all’opera della riparazione,e fa che ben corrisponda ai disegni di Dio! Grazie a voi, o Mons. D’Arrigo! Il vostro nome resterà per sempre unito,nel tempo e nell’eternità,alla pia Opera della Riparazione. E Voi ora, proteggetela dal Cielo e siate per sempre il suo angelo tutelare! “

 Sotto la protezione della Madonna di Montalto

         Come già si è visto, la vita del Celona si intreccia indissolubilmente con la vita della Congregazione. Nel 1917, da settembre a dicembre, lo troviamo in giro a cercare casa e non è facile tra desolazione e rovina. Finalmente, nel gennaio del 1918, la trova , in via S. Sebastiano, n.88, sotto il santuario di Montalto, e sotto la protezione di Maria. Il sabato 2 febbraio si celebra la prima Messa della nascente comunità. ( Ecco perché il 2 febbraio è festa della Congregazione ).

Manca la superiora

         Non tutte le Piccole Ancelle che avevano manifestato il desiderio della vita comune entrarono, né tutte quelle che entrarono restarono. Ci fu un momento, in quei primi mesi di vita, che ferma nel proposito, fu solo Sr. Pietrina.

Per il Celona, è la prova del fuoco. La navicella era stata varata dice il Padre, ma inizia la burrasca. L’unica possibilità che la gestazione dell’Opera giungesse a maturazione era quella che la Provvidenza designasse una Madre. Era necessaria una prima superiora per la casa.

         Conosce  la Sig.na Mariannina Palermo prima leggendo una sua lettera, poi di persona. Non ha dubbi, la va a trovare a Catania e la invita a prendere la direzione della casa. Lei viene a Messina per conoscere le prime Suore, ma per accettare ha bisogno del consenso e della famiglia e  del suo Direttore spirituale. Due miracoli. Finalmente il  Dott. Palermo, fratello di Mariannina, viene personalmente per concertare “l’affare”. Scrive il Padre: la Mariannina venne in Messina per prendere la direzione della nascente istituzione”. E ancora:  “Con la venuta della Mariannina Palermo la casa di S. Sebastiano cominciò ad animarsi”. Affluiscono le vocazioni. Nasce la scuola elementare.

Lo stile di vita

         Abbiamo quindi visto sorgere la Congregazione, quasi per osmosi dal Cuore del Santo Fondatore, le Figlie di Maria, da queste, le Piccole Ancelle e infine le Ancelle Riparatrici. La nota caratteristica di questo primo nucleo di consacrate alla riparazione era il fervore eucaristico. Si faceva l’ora di sentinella in tutte le ore della giornata: notte e giorno. La vita spirituale delle prime Suore è curata dal Padre e dalla Madre e  tocca livelli altissimi.

Il Padre però scrive: “ Molto ebbi a soffrire in questo periodo di tempo,sia per le difficoltà interne del nuovo Istituto Ancelle,sia per la tensione di animo che si acuiva nei miei rapporti con il buon e pio canonico”. Si tratta del Can. Di Francia. Ricordiamoci che il Celona è un suo novizio, anche se ha quarantacinque anni ed è nel pieno della sua maturità umana, spirituale ed apostolica. Giustamente il Can. Di Francia lo dimette dalla sua Congregazione, temendo che sottragga vocazioni al suo Istituto. E’ più che giusto . Mons. D’Arrigo aveva approvato nel progetto celoniano un carisma diverso da quello antoniano e bisognava prenderne piena consapevolezza, nonostante fosse doloroso per tutti. Mons. D’Arrigo gli offrirà la chiesa di Gavitelli, ma lui preferirà prendere dimora  presso il Santuario di Montalto perché più vicina per celebrare messa ogni giorno a S. Sebastiano.

         Scrive ancora il Padre: “ Quanto mi è costato quest’esodo dall’Istituto antoniano non sarà tanto facile capirlo, per chi non si è trovato in simili occasioni. Quando lasciai la diocesi di Oppido mamertino, benché di mia volontà, fu tale il dispiacere che per molti mesi mi si formò come un nodo alla gola che mi dava sofferenza. Così con molta più veemenza, avvenne nel mio allontanamento dall’Istituto antoniano [ …] Mi sono contentato di fare un sacrificio privandomi di un bene spirituale assai rilevante, pur di accrescere e moltiplicare la gloria di Dio con dare agio a molte anime di consacrarsi al Signore e consolare il S. Cuore di Gesù coll’attendere a riparare le offese che si fanno a S. D. M.”

S. Orsola  1920

        Nel Santuario di Montalto rimarrà soltanto 15 mesi.

         La casa di S. Sebstano è talmente sovraffollata di nuove vocazioni che è tempo di trovare una nuova casa.

         L’Arcivescovo Mons. D’Arrigo gli farà dono del cumulo di macerie che si trovavano dove  sorge attualmente la nostra casa madre, S. Orsola, locali ampi, prima del terremoto, convento delle Missionarie francescane di Maria.

          La ricostruzione di sant’Orsola sarà faticosa, ma le Suore si improvvisano operaie. La cittadinanza le ammira, è commossa ed aiuta economicamente. Mons. Celona annota tutti i contributi . £ 5.000 il Can. Di francia; £ 4.200, la Princ. ssa Ruffo; 300 il cav. Marangolo ,ecc.

La Chiesa si apre al culto il 2 luglio, ed era la seconda in muratura dopo Montalto.

          Questi, nonostante i grandi sacrifici e le difficoltà sono tempi belli per il Celona. Compra una macchina tipografica, la dedica a S. Michele Arcangelo, entra nell’ordine dei giornalisti, comincia a uscire il periodico “Sentinella di Corte” …ma l’attività più importante oltre quella di canonico penitenziere in cattedrale, è la direzione spirituale e la cultura religiosa delle Suore.

Il Celona si trasferisce nella canonica di S. Orsola, una stanzetta sopra la sacrestia con una finestra interna che gli  permette di contemplare  Gesù nel tabernacolo; nella stanzetta adiacente riceve le Suore.

A sera partecipa alla ricreazione. La notte  prega.

Ottiene di essere ricevuto dal S. Padre a cui chiede la benedizione , sante indulgenze e l’approvazione orale dell’Opera che si sa comprende, oltre le Piccole Ancelle, le Ancelle Riparatrici, le Dame e le Sentinelle.

S. Giuseppe 1921

         La terza casa si aprirà a Catania per riconoscenza alla Madre Serafina (questo è il nome di religione che il Padre  aveva imposto a Mariannina Palermo), che veniva da quella città. Fu dedicata a S. Giuseppe, padre della provvidenza, di cui veramente Suore e bambine assistite avevano bisogno, anche per il pane quotidiano.

S. Cuore 1922

         La quarta casa che personalmente apre il Fondatore, conserviamo ancora la scrivania che lui usava, è questa, la nostra, con la chiesa dedicata al S. Cuore, la scuola elementare inizialmente,la scuola materna poi e quindi la scuola superiore. Le Suore erano molto ben volute, collaborano attivamente con i Parroci, trovano ragazzine che a 10 o12 anni non erano state ancora battezzate. Srive il Padre tra l’altro a proposito dell’apertura di questa casa: “ L’8 settembre 1922, la chiesetta dedicata al S. Cuore, col permesso dell’Arcivescovo fu benedetta dal Padre e si cominciò a esercitare un santo apostolato. A onor del vero bisogna dire che le Suore intrapresero la loro nuova missione con grande entusiasmo e si andava facendo molto bene “ .

Bello sarebbe se questo lo potesse dire di noi oggi!

         Il 20 maggio del 1922 scrive al S. Padre :” L’Istituto ha fatto progressi confortanti ed oggi conta già quattro case, ed altre in via di apertura con circa sessanta religiose, oltre un gran numero di aggregate e membri esterni che partecipano allo spirito dell’Opera. La riparazione da noi si compie in due modi . I Con la preghiera continua diurna e notturna ai piedi del tabernacolo; II con lo zelare i divini interessi, procurando la salvezza delle anime con tutti quei mezzi che la divina provvidenza mette in nostro potere e cioè le scuole, i laboratori  … e specialmente con l’insegnamento del catechismo”

La tempesta dopo la quiete

Come mai nasce questa casa a S. Teresa? Per quali vie?

Ha la stessa origine di quella di Galati e di Pistunina. Insistono infatti su terreni di proprietà di Paolina Muscolino Ribera, in religione, Sr Teresa.  Questa generosa donna, prima ancora di entrare in religione, fece dono di tutto il suo patrimonio vastissimo al P. Fondatore.

La stessa cosa, con un patrimonio meno vistoso farà un’altra religiosa Francesca Carrozza Ciccolo  nipote del can. Ciccolo che in religione prenderà il nome di Sr. Chiara.  

Con  la ricchezza entrava la zizzania nella comunità.

Scusate il commento !

         Nel 1922  Mons. Angelo Paino subentrava  all’amato Mons. D’Arrigo, quale arcivescovo di Messina. Secondo la testimonianza di Sr Virginia, economa generale negli anni 70, Mons. Paino nel 1925 quando non  era ancora in relazioni con Mussolini, chiamò Francesca Carrozza Ciccolo e Paolina Muscolino Ribera, invitandole a far dono dei loro beni alla Diocesi per i tanti bisogni di Messina. Le due Religiose dichiararono di volere donare tutto alla Propria Congregazione nella persona del P. Fondatore. L’Arcivescovo rivolse la stessa richiesta  al buon Canonico Celona che si rifiutò di toccare le doti delle Suore, per rispetto al Diritto Canonico.

         Ad onore di Mons. Paino c’è da dire che non se la prese a male con la Congregazione anzi ne divenne un benefattore, come del resto lo fu anche per le altre Congregazioni, come quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice  a cui donò, ad esempio il Don Bosco. A Noi, poi a suo tempo donò la casa della Madonna della Lettera, a Messina –dazio. Certo tutto questo grazie alle buone maniere della Madre Serafina Palermo. L’Arcivescovo venne a sapere che la Madre  era la nipote del suo carissimo amico l’Arcivescovo di Piazza Armerina e soprattutto  restò edificato dalla sua  spiritualità, dall’amore che nutriva per i Sacerdoti. Per la loro santificazione la nostra prima Superiora generale fissò l’ora di silenzio dalle 15 alle 16  che le Suore tutto osservavano e osservano oggi un po’ meno,  trasferì dietro richiesta dell’Arcivescovo suo Superiore e ormai anche Direttore spirituale una comunità di religiose in Seminario, perché si occupassero dei Seminaristi, e gestissero la cucina.

 Il can. Celona aveva visto giusto in lei, una mistica sì, ma abbastanza concreta.

         Dopo la morte della Muscolino, i parenti fecero causa al nostro P. Fondatore . Fu una causa che durò dal  ‘26 al ’34.

E io credo siano stati gli anni del purgatorio del Padre, non solo perché  viene  trascinato in tribunale, non solo perché si mette in moto una stampa denigratoria nei suoi confronti che lo aggredisce come usurpatore dei beni altrui, ma anche perché i buoni cominciano a sospettare che ci sia qualcosa di vero nelle dicerie cittadine e coloro che avrebbero dovuto difendere il suo onore non lo fanno. La causa poiché dura a lungo, genera il sospetto che  l’esito sia incerto. Qualche Suora gli è già ostile. La zizzania prende piede.

         Nonostante tutto, il Padre continua a dare incremento all’Opera. Nel ‘29 organizza il primo Convegno di tutte le Suore insegnanti. Nel 31 si inaugura la prima scuola Media della nuova casa di Via Nino Bixio, incontra tutte le Suore ogni tre mesi. Scrive continuamente a tutte e appena può, prende il treno e va a trovare quelle più lontane. Insomma tiene vivo il fuoco della spiritualità riparatrice.

         L’Arcivescovo dal canto suo è sempre più benevolo nei riguardi della  benemerita Congregazione. Completa le donazioni del Suo Predecessore con il resto dei locali di S. Orsola. Qualche Suora è più propensa ad appoggiarsi all’Arcivescovo che al Fondatore. Qualcuna teme che il Fondatore tenga per sé  i beni ricevuti dalle donazione e non li passi alla Congregazione che ancora non è ente giuridico: E se muore all’improvviso e tutto va ai parenti ? Erano sospetti senza fondamento.

         Eppure qualcuna cerca di allontanare le Suore dalla Direzione spirituale del Padre, qualche altra ritiene che l’ingerenza  del Fondatore nella vita dell’Istituto sia inopportuna. Allora il Governo della Congregazione, cioè la superiora generale e il suo Consiglio , perché c’è ? Che ci fa la Superiora generale e il suo Consiglio ?  Si parla male di lui  all’Arcivescovo. Si raccolgono firme contro di Lui, affinché l’Arcivescovo provveda ad allontanarlo. La Madre Serafina interviene a spiegare che in realtà non si tratta di cose gravi.

D’altronte non si sono ancora definite le cause civili . Chi sbroglierebbe quelle matasse?

         L’allontanamento viene rimandato . Il Padre si rende conto che la sua presenza all’interno dell’istituto è fonte di disarmonia . Dal diario della comunità di casa Madre del   30 luglio 1934  si apprende che il Padre si stabilirà a Montalto. L’8 agosto dopo avere celebrato la sua ultima Messa in S. Orsola, esce dal tempio di Gesù Sacramentato con grande dolore di molte sue figlie spirituali fedeli.

 Mons. Paino lo nominerà Rettore di quel santuario, gli conferirà l’ufficio di Decano del capitolo metropolitano , gli offrirà la presidenza dell’Ospizio di Collereale: Uscito Lui, la Congregazione viene eretta di Diritto diocesano.  Si celebra il I capitolo generale e la  madre Serafina viene eletta Superiora generale. Nel 46 la Congregazione ottiene il Decretum Laudis da parte di Pio XII, per interessamento di Mons. Paino

 Sono avvenimenti che vengono comunicati all’esiliato di Montalto e che non mancano di portargli gioia.

          A Montalto non smentisce le sue capacità organizzative. Nasce la Pia Unione mariana e il giornalino omonimo, trascorre molte ore al confessionale e altre in adorazione. Chi gli voleva parlare mentre stava in adorazione a volte doveva proprio scuoterlo tanto era immerso nella preghiera. Si conserva un inginocchiatoio a Montalto consumato dalle ginocchia del Padre. E intanto gli vengono affidati altri incarichi delicati . E’ vicepresidente del Tribunale ecclesiastico, esaminatore prosinodale, censore dei libri, incaricato per le esecuzioni delle disposizioni liturgiche e disciplinari.

         Intanto le Ancelle inibite dalle proibizioni esplicite o intuite, raramente gli scrivono  o vanno a fargli visita. Ma chi va mai lo sente mormorare per il provvedimento preso contro di lui. La sua parola era: Adoriamo i disegni di Dio!

          La preghiera, i dolori spirituali e gli impegni del ministero non gli facevano trascurare i lati pratici e perfino e perfino materiali della vita del Santuario: riparazione di pavimenti, di infissi, modifiche all’altare per l’esposizione del SS. Sacramento…

          Scoppia intanto la guerra. Messina è sotto i bombardamenti. Il Celona già settantenne è sfollato . Lo vediamo a Massa, a Gesso, a Mortelle, a Rodia e a Manforte S. Giorgio, infine ,  dove incontra anche un folto gruppo di Ancelle. Per loro, con loro a celebra Messa, le intrattiene spiritualmente per ben 10 giorni di seguito. E’ una festa reciproca rincontrarsi . Insieme l’8 settembre rinnovano i voti in memoria di quell’indimenticabile 8 settembre del 1917 quando Mons. D’Arrigo confermava quanto la Madonna aveva già stabilito : la grazia è fatta ,l’opera della riparazione è voluta da Dio.

Sempre in quel mese di settembre scende a Messina per affari da sbrigare per Collereale e decide di rivedere S. Orsola che era stata bombardata come l’Arcivescovado. Che grande dolore! ricorda le fatiche dei primi tempi per costruirla. I rapporti con l’Istituto sono migliorati. Può andare a far visita, ma non risiedervi. L’Arcivescovo, mentre il Padre è assante da Montalto (si era temporaneamente allontanato a causa dei bombardamenti), affida il Santuario ad altro Rettore più giovane. Non gli resta che tornare a Ganzirri da cui è iniziata la sua storia di servo di Dio. A 73 anni non è più in grado nemmeno di raggiungere la vicina parrocchia: Celebra Messa in casa. Trascorre la giornata nella preghiera, nel disbrigo della molta corrispondenza e nella composizione dei suoi numerosi scritti che affida alle Ancelle. Nel ‘50 ha modo di incontrare quasi tutte le Suore andando a casa madre e alla Madonna della Lettera tra un turno e l’altro degli esercizi Spirituali. Dopo questa visita non uscirà più dalla casa di Ganzirri. Cuore e polmoni sono rovinati . Di grande conforto gli sono il parroco , P. Giordano e un gruppo di giovani di Azione Cattolica. Alla fine del settembre del ‘52 si aggrava. La Madre Serafina è avvisata . A turno alcune  Figlie spirituali lo assistono insieme alla corona di nipoti. Il 15 ottobre dopo avere ricevuto il Viatico e avere conversato a lungo con il suo confessore, comincia a perdere energie. Benedice le Suore presenti e future ,i nipoti e spira santamente . I funerali si fanno a Ganzirri, ma la salma resta esposta tutta la notte nel tempio di Gesù Sacramentato :  una immensa folla corre a salutarlo per l’ultima volta. La sua salma viene prima deposta nella cappella delle ancelle nel  cimitero di Messina, poi nel 1965, per volere di Madre Serafina nel tempio di Gesù sacramentato.

 Il processo di canonizzazione iniziato quasi trent’anni dopo la sua morte, ha indagato sulla sua fede, sulla speranza, sulla sua carità , sulla sua profonda umiltà, sull’osservanza dei consigli evangelici, sui doni soprannaturali, sulla sua fama di santità. Tante sono le grazie e i miracoli a lui attribuiti.

Ne cito solo due corredati da referti medici. La guarigione da calcinoma di Sr. Adalgisa Santoro, messinese e la guarigione di un neoplasma con metastasi del Sig. Campo Alfio da Catania.  Mentre attendiamo il responso da Roma, persuasi di avere in Cielo uno che ci vuole bene osiamo sperare di compiere qualcosa di bello nella nostra vita che ci renda un po’ degni di Lui.

         Il Servo di Dio, Mons.A. Celona, conosciuto soprattutto perché  Fondatore della Congregazione cui appartengo, sacerdote profondamente spirituale, sicuramente un mistico, totalmente dedito alla predicazione, alla direzione spirituale, scrittore di diverse opere tutte di argomento spirituale .

          Penso non sia facile parlare di Lui perché  la vita di un santo non sta tanto negli avvenimenti biografici che di lui  si possono narrare  quanto nel suo mondo interiore. Di questo suo mondo interiore a tratti è possibile alzare il velo, perché ha voluto lasciarci la genesi della Congregazione nello scritto Brevi note  

Andiamo con ordine

         Nasce a Ganzirri,sesto di sei figli, nel 1873; morirà a Ganzirri nel 1952.

         Queste ed altre notizie sono facilmente reperibili nelle tante biografie, immaginette, deplian in circolazione, quindi non mi soffermerò a parlare della sua innocente fanciullezza in una famiglia sana di altri tempi, né sulla sua volontà di entrare in Seminario, seguendo il fratello maggiore che purtroppo muore giovanissimo, né sull’adolescenza e la prima giovinezza seriamente impegnata negli studi filosofici e teologici nel  Seminario di Messina .

         I Superiori si resero certamente conto delle sue particolari doti intellettuali e morali,infatti ,appena ordinato sacerdote, nel 1895, lo mandano a studiare a Roma  per conseguire la laurea in Teologia e la licenza in Diritto Canonico.

Novello sacerdote si dedica con passione alla predicazione.

Un incontro   

         C’è un avvenimento che segna la strada del suo futuro: l’incontro con Mons. Domenico Scopelliti, arciprete a Catona, in Calabria. Il Nostro P. Celona era stato invitato a tenere un novenario in preparazione della festa di S. Giuseppe. Il Monsignore ,lo ascolta e ne resta positivamente impressionato ; divenuto, poco tempo, dopo Vescovo nella diocesi di Oppido Mamertino , invita il Celona ,appena tornato da Roma, a seguirlo in qualità di segretario e di direttore spirituale del Seminario.

         L’avvenimento è importante non solo perché il Celona resterà incardinato in quella diocesi per ben dieci anni della sua vita, ma perché sarà una esperienza altamente formativa,una specie di apprendistato per quella che sarebbe stata la sua iniziativa  e la sua attività di fondatore di una Congregazione.

Paradigma della sua vita

pecialmente i I dieci anni ad Oppido sono come il paradigma di tutta la sua vita. Canonico teologo della cattedrale, sperimentò di tutto,esprimendo le sue più profonde aspirazioni, per esempio fondò un circolo per i sacerdoti diocesani ,in modo da superare solitudine e individualismo tra i confratelli nel sacerdozio. Ne scrisse pure il regolamento, antifona di quel che sarà il suo sogno mai realizzato di fondare un istituto maschile , i Messi di Maria. Fu cappellano dell’ospedale civico.ecc. Tutte esperienze che gli serviranno e che ritorneranno nella sua vita,con altre modalità più mature.

l futuro dei nostri giovani studenti.Amen

Sr. M. Chiara Adamo